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Analisi delle tipologie di rischio

Da cosa ci si vuole proteggere? Da furti, rapine, rapimenti, incendio. Ad ogni situazione corrispondono soluzioni e protezioni differenziate.

Quale è il rischio più probabile? Per esempio, un gioielliere è più a rischio di furto di un fruttivendolo, così come un industriale ha un rischio di rapimento più alto di un operaio.

I rischi ambientali: quali sono? Per scoraggiare un piccolo malintenzionato spesso la porta blindata e la sola vista di una sirena sono sufficienti. Se occorre proteggere una gioielleria si dovrà valutare anche l'attaccabilità dei muri stessi, che potrebbero essere facile passaggio da un appartamento contiguo!

Lo stile di vita è importante. Alcune persone possono essere maggiormente esposte ai furti e alle aggressioni a causa delle loro attività. Per esempio essere "esposti" al pubblico, accanto ad un registratore di cassa, costituisce oggettivamente una situazione di pericolo.

Come procedere?

1. La sicurezza non è mai frutto di una singola misura, ma è il prodotto dell'azione sinergica di più strumenti complementari giustamente integrati tra loro. Ecco quindi l'importanza di una giusta integrazione dei mezzi fisici, quali porte blindate, serrande, vetri antieffrazione e così via, con i sistemi elettronici di rilevazione, che ne preservano l'efficacia ed attivano le reazioni difensive, quindi con sistemi di ripresa televisiva, che identificano chiaramente "chi" e "cosa" sta succedendo.

2. Premesso quanto sopra, la seconda regola impone che "bisogna fermare l'intruso il più lontano possibile dall'area di più alto interesse". In tal modo viene reso molto più facile e meno rischioso per il ladro il desistere e darsi alla fuga, piuttosto che continuare in condizioni di rischio crescente, il tentativo di furto. La condizione non è dissimile neppure per quanto riguarda la rapina, con un'opportuna traslazione del contante o una ripartizione dei beni, così da non offrire mai un "bottino" di particolare interesse o pregio "a portata di mano" di chiunque.

3. Ciò premesso, non va scordato che una delle regole primarie nelle strategie di difesa è quella di creare "il livello più elevato possibile di deterrenza". La presenza di blindature diventa un primo ostacolo fisico da superare, la presenza poi di una sirena e di dispositivi di allarme è poi un ulteriore disincentivo, perché mostra il pericolo che si incorre nell'attaccare quel luogo. Una telecamera, contenuta in una custodia protetta, raggiunge quindi il culmine della deterrenza, in questo caso molto efficiente anche contro le rapine, perché manifesta chiaramente al criminale che, anche se riuscirà nel colpo, verrà chiaramente identificato e quindi poi certamente perseguito. Non va scordato infine, nell'ottica di creare deterrenza ai criminali, anche un'opportuna informazione sulla "inappetibilità" del luogo, da attuarsi con messaggi scritti relativi a fattori disincentivanti, quali la presenza di casseforti automatiche a tempo, come oggi presentano banche e supermercati, quindi la presenza di sistemi di videosorveglianza, oppure il collegamento automatico con un Istituto di Vigilanza e cosi via.

4. Un ulteriore elemento, troppo spesso trascurato è lo stile di vita di coloro che agiscono nell'ambiente protetto. Nella nostra famiglia, ad esempio, ci possono essere persone che rientrano molto tardi la notte, oppure persone anziane o bambini piccoli. In alcuni casi, quindi, può essere necessaria non solo una protezione contro il furto quando si è assenti, ma anche una protezione costante di giorno e di notte contro le aggressioni, magari con la registrazione di immagini utili per la cattura di colpevoli. Un'attenta analisi dello stile di vita o di comportamento consente invece di creare un sistema di sicurezza veramente "su misura" del cliente, offrendo sicurezza ma nel contempo non stravolgendo le sue abitudini ma anzi "ritagliandosi" a lui, proprio come un vestito creatogli appositamente.